Casa (programma di Riconquistare l’Italia per la Regione Umbria)

Dal programma della lista Riconquistare l’Italia per le elezioni regionali del 27 ottobre 2019 (candidata Presidente Martina Carletti).

L’articolo 42 della Costituzione parla chiaro: la proprietà privata deve tendere alla “funzione sociale” e deve essere resa “accessibile a tutti”.

Questo articolo è diventato lettera morta con l’adesione all’Unione Europea. La progressiva riduzione delle politiche di welfare non dipende solamente dalle politiche di austerità, ma anche dalla stessa fisionomia dei trattati comunitari. Infatti, la sovvenzione pubblica alle politiche abitative rischia di essere considerata dall’UE come un “aiuto di stato”. Per evitare ciò, il Governo ha emanato un decreto che giustifica tali aiuti attraverso il richiamo alla funzione sociale. Tuttavia, la definizione contenuta in tale decreto restringe l’azione statale ad alloggi “in locazione permanente”, impendendo politiche pubbliche per rendere accessibile la proprietà della casa.

I risultati del restringimento delle politiche sociali sono sotto gli occhi di tutti, ma assumono più rilevanza e gravità quando si confrontano con i dati.

Ne basta uno in realtà: nel 2017 il 17% degli abitanti dell’Umbria sono poveri, quasi cinquantamila persone1. Nonostante i limiti tracciati da vincoli esterni, è dunque necessario che la politica torni ad essere un attore in materia di edilizia pubblica ed agisca il più possibile per risolvere il problema abitativo.

Incrementare gli alloggi popolari.
È opportuno che l’azione della Regione aumenti il patrimonio di alloggi popolari per smaltire le liste di attesa e garantire il diritto alla casa. Sarà importante intervenire sugli edifici pubblici in disuso per evitare il consumo di suolo. Inoltre, dovranno essere bloccati tutti i tentativi dell’Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale) di dismettere il patrimonio abitativo.

Criteri inclusivi per l’accesso alla casa e per il canone della locazione.
Con il nuovo regolamento dei canoni per l’edilizia residenziale pubblica, introducendo il criterio dell’Isee, l’Umbria è diventata la regione con il canone medio per la casa popolare più alto d’Italia. I più penalizzati sono i nuclei familiari composti da un solo componente. Inoltre, il regolamento ha ampliato l’area di decadenza dal diritto alla casa, ad esempio introducendo il limite di 10000€ per i beni mobili.

La piaga dei cittadini troppo ricchi per una casa popolare, ma troppo poveri per una casa a prezzo di mercato deve essere rimarginata al più presto.

Amministrazione trasparente e davvero pubblica.
L’Ater è un ente pubblico economico e tale deve rimanere. Non accetteremo nessun tentativo di privatizzazione (anche solo formale, come già avvenuto in Trentino). La politica pubblica della casa deve rimanere in mano allo Stato.

Per favorire la trasparenza, chiediamo che si modifichi la composizione del Consiglio di Amministrazione di Ater. Il quinto componente del Cda non dovrebbe essere scelto dall’Anci, bensì scelto dal Consiglio Regionale fra una rosa di nomi indicati dai Sindaci dei Comuni dell’Umbria.


1 https://www.aur-umbria.it/public/images/aur-rapporto-poverta-umbria-2019.pdf

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