Chi è Gianluca Baldini? Il candidato Sindaco di Pescara si presenta
Sono davvero tanti gli apprezzamenti ricevuti dal nostro progetto “Riconquistare l’Italia” per le elezioni comunali di Pescara e dal nostro candidato Sindaco Gianluca Baldini.
Anche persone che sembrano accogliere inizialmente con diffidenza la novità che rappresentiamo, sia in rete che per le strade della città, dopo averci conosciuto manifestano curiosità e si dimostrano interessate ad approfondire.
Con questo 2° numero del periodico elettorale “Che fare?” (il primo numero lo trovate qui) Gianluca Baldini si presenta alla città nella quale è nato e cresciuto, rispondendo alle domande che simpaticamente, in gergo pescarese, alcuni ci rivolgono:
Chi è cussù? Di chi si lu fije?
Sono Gianluca Baldini, nasco a Pescara l’8 gennaio del 1982. Mio padre, Giacomo Baldini, era un elicotterista della Guardia di Finanza e mia madre, Rita D’Agostino, un’impiegata comunale. Sono cresciuto al confine tra Colle Pineta e San Donato (attuale ubicazione del nuovo tribunale), zona in cui risiedo attualmente. Dopo il liceo scientifico mi sono laureato in comunicazione istituzionale con una tesi di scienza politica sulla riforma del sistema elettorale e sto conseguendo una laurea magistrale in economia con una tesi in politica economica europea dal titolo “Analisi sulla sostenibilità dell’Unione monetaria europea. Un focus sull’egemonizzazione tedesca.”, che dovrei discutere a luglio.
Al termine del mio primo ciclo di formazione accademica, che ho svolto a Roma, sono tornato a Pescara per aiutare mio padre e mia sorella nell’azienda di famiglia, svolgendo ogni tipo di attività, dalla manovalanza alla gestione contabile, alla realizzazione e gestione del sito web e della rete aziendale, fino a rivestire, nel 2011, il ruolo di amministratore. All’inizio di quell’anno, infatti, dovetti subentrare a mio padre al vertice dell’azienda a causa dell’aggravamento delle sue condizioni di salute. Il 18 aprile del 2011, all’età di sessantanove anni, papà venne a mancare dopo aver combattuto a lungo contro una malattia oncologica, che lo aveva accompagnato nei quindici anni di quella che lui chiamava una “seconda vita”.
È alla morte di mio padre, ragionando sul percorso della sua vita che lo aveva portato dalla miseria del dopoguerra della campagna teramana a formarsi, crescere e costruire un futuro per sé e per la sua famiglia, che trovo lo stimolo per approfondire lo studio delle dinamiche di una crisi che stava producendo una sospensione della democrazia nel nostro paese e stava riportando le lancette della storia indietro. In questo percorso di approfondimento incontro quelli che sarebbero diventati i miei compagni di viaggio, con i quali intraprendo un’iniziativa associativa che in breve tempo si trasformerà in un vero e proprio partito, il Fronte Sovranista Italiano. Un progetto ambizioso che si prefigge l’obiettivo di porre di nuovo la Costituzione al vertice del nostro ordinamento, per perseguire quel modello di sviluppo che mira a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Quel progetto concepito dai Costituenti che ha consentito ai nostri padri di crescere individualmente e socialmente, edificando una vera e propria potenza economica a partire dalle macerie di una guerra persa e un Paese più giusto.
Negli ultimi anni ho svolto una collaborazione nell’ufficio di presidenza della regione, nel corso della quale ho avuto modo di conoscere Evelina, che ho sposato e che due anni fa mi ha fatto un bellissimo dono di nome Francesca.
Oggi mi presento alla carica di sindaco con la lista “Riconquistare l’Italia” per dare voce al nostro progetto, per far conoscere il nostro partito e per dimostrare che declinare il nostro programma nazionale sul locale vuol dire ambire a trasformare gli spazi urbani in realtà vivibili, cioè pulite, salubri, belle, accessibili, sicure.
Perché lo faccio? Per onorare il nostro passato, il cui ricordo si rinnova in me sempre nella memoria della vita di mio padre. Per difendere il nostro presente, in cui coltivo l’ambizione di migliorare le condizioni di vita della collettività cui appartengo. E per dare una speranza al nostro futuro, verso il quale guardo con l’apprensione di un padre che vuole donare un mondo migliore alla propria figlia.
Credo di aver detto tutto. Che mi dite, volete concedermi la possibilità di tentare di incidere sulla realtà adesso che vi ho chiarito chi sono?
Gianluca Baldini
Una risposta
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