Istruzione e formazione professionale (programma di Riconquistare l’Italia per la Provincia di Trento)

Dal programma della lista Riconquistare l’Italia per le elezioni provinciali del 21 ottobre 2018 (candidato Presidente Federico Monegaglia).

L’obiettivo programmatico generale di Riconquistare l’Italia in tema di istruzione è la restaurazione della centralità della scuola pubblica, come luogo di formazione del cittadino, come luogo di promozione della mobilità sociale, come luogo di sviluppo di conoscenze teoriche di alto livello e di capacità pratiche connesse all’attività produttiva.

Riteniamo che la cosiddetta “autonomia delle istituzioni scolastiche”, introdotta ormai da vent’anni, abbia reso le istituzioni scolastiche stesse incapaci di raggiungere i livelli essenziali delle prestazioni concernenti il diritto all’istruzione. L’“autonomia delle istituzioni scolastiche” (di seguito “autonomia scolastica”, da non confondersi con l’autonomia concernente la potestà legislativa degli enti territoriali), si è risolta in una sostanziale aziendalizzazione degli istituti scolastici. Messe in competizione tra loro, le istituzioni scolastiche si sono sforzate di attrarre utenti marginalizzando progressivamente la didattica diretta alle conoscenze scientifiche e culturali, e sostituendola con progetti di attività improvvisate senza efficace ricaduta sugli apprendimenti. Ne è seguito così un grave scadimento della scuola pubblica.

La progettualità ispirata dall’Unione Europea contribuisce poi a creare un ambiente scolastico sempre più estraneo alla cultura italiana (anche le minoranze linguistiche territoriali, difese dalla nostra Costituzione, stanno subendo la stessa sorte) e sempre meno resistente alla colonizzazione da parte dell’industria culturale anglosassone.

Con l’introduzione del decreto 61/2017 e la costituzione di una “rete nazionale delle scuole professionali” vengono messi in un unico calderone: pubblico, privato, regionale e statale, con il solo scopo di addestrare manovalanza in serie, con nozioni minime e competenze immediatamente spendibili nel mondo del precariato; non quello di formare cittadini consapevoli della complessità della realtà in cui si muovono grazie alla piena consapevolezza del passato che ha contribuito a plasmare tale realtà e alla competenza nell’utilizzare i principi del pensiero deduttivo.

L’istruzione professionale, che è l’indirizzo più problematico del sistema scolastico, con la maggior parte di studenti svantaggiati, e che richiede attenzione particolare verso saperi emancipanti, è stata ulteriormente depotenziata e indebolita, diventando un corpo separato dal resto del sistema scolastico nazionale. In attesa dell’abrogazione della legge nazionale 107 (riforma Moratti) e della modifica dell’art. 117 della Costituzione, è necessario contrastare radicalmente la legislazione sopra menzionata, per scardinare la tendenza alla privatizzazione, dequalificazione e descolarizzazione dell’istruzione e formazione professionale. La Provincia deve affermare il proprio diritto ad attenersi a rispettare gli articoli 33 e 34 della Costituzione, nel pieno rispetto del suo Statuto speciale, rendendo integralmente pubblico il servizio, con l’esclusione della gestione privatistica e degli interessi ad essa destinati.

Parallelamente si è andato radicando in maniera sempre più capillare il mercato liberalizzato della formazione professionale. Un’ingente quantità di fondi viene investita ogni anno in corsi di formazione, sia per occupati che per disoccupati, spesso di dubbia utilità, e sulla base del falso presupposto che lo status di disoccupazione o di sotto-occupazione sia dovuto ad una mancanza di competenze del privato cittadino. La liberalizzazione ha fatto sì che ad un numero crescente di enti, la maggior parte dei quali di natura privata, vengano distribuiti fondi pubblici (per metà regionali, per metà in cofinanziamento europea) per l’organizzazione di corsi di formazione professionali la cui efficacia spesso non si rivela all’altezza delle aspettative di chi ne usufruisce.

Proponiamo quindi di incrementare le risorse per la realizzazione del Diritto allo Studio, indirizzandole verso le scuole pubbliche e comunali. Particolare attenzione deve essere dedicata al sostegno degli studenti attraverso borse di studio, abbassamento del costo dei trasporti pubblici, mense e libri.

Tenuto conto del fatto che la legislazione della Provincia Autonoma di Trento gestisce i 9/10 delle competenze statali in tema di istruzione e che la stessa è determinante in tema di istruzione e formazione professionale, Riconquistare l’Italia opererà:

  1. per la riqualificazione scientifica e culturale delle scuole. A tale fine sarà necessario:

    1. servirsi degli strumenti di indagine sui risultati scolastici già esistenti ed eventualmente metterne in atto di nuovi per accertare i risultati dell’attività didattica, ad esempio reintroducendo l’esame di riparazione, abrogato nel 2008 e mai reintrodotto in Trentino, e riservando le scelte di metodo ai singoli istituti e alla libertà didattica degli insegnanti;

    2. impedire che l’innovazione didattica e l’inclusione avvengano a detrimento del livello degli obiettivi didattici;

    3. connettere la scuola sia con il territorio, che con quanto esso offre di culturalmente e scientificamente valido;

  2. per ricollocare i diritti e i doveri di cittadinanza richiamati dalla Costituzione al vertice degli obiettivi formativi della scuola;

  3. per garantire, mediante piano di dimensionamento scolastico, adeguati presidi scolastici, abbandonando quella logica dei tagli che ha contribuito a creare mega-strutture scolastiche dispersive, con bacini di utenza enormi e classi sovraffollate, rendendo difficile una efficace offerta formativa e aumentando il pendolarismo, i cui costi ricadono sia sul bilancio provinciale sia sulle valli che vedono il proprio ruolo diventare sempre più subalterno rispetto alla Valle dell’Adige;

  4. per potenziare e incrementare i servizi all’infanzia, fermando l’emorragia di finanziamenti verso le strutture private e privilegiando il servizio pubblico, chiudendo ad esempio le anti-pedagogiche “sezioni primavera” e convogliando i contributi ad esse destinati ad accrescere l’offerta di nidi comunali.

Per quanto riguarda invece la formazione professionale, si rileva che ad oggi la gran parte della formazione è finanziata tramite bandi europei cofinanziati dalle Regioni. Per Riconquistare l’Italia è necessario che nelle iniziative di formazione la Regione e la Provincia recuperino autonomia, raccordandosi con il territorio che esprime i veri interessi territoriali e sociali. Per raggiungere questo obiettivo Riconquistare l’Italia si propone di istituire la verifica provinciale del raggiungimento del risultato minimo dei corsi professionalizzanti privati e pubblici; inoltre punta all’ampliamento dell’offerta dei corsi professionalizzanti erogati da enti di diritto pubblico con particolare enfasi sul rinforzo delle competenze di base legate alla cittadinanza.

La liberalizzazione del mercato della formazione professionale voluta dalla Commissione Europea ha inoltre tolto l’esclusiva competenza agli ordini professionali sui corsi di formazione continua e ha creato un obbligo burocratico di formazione annuale per i professionisti. Riconquistare l’Italia vuole incentivare l’erogazione di corsi di formazione rigorosamente gratuiti da parte delle strutture di elevato livello professionale.

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